Controversia politico-diplomatica,
relativa al controllo degli stretti dei Dardanelli e del Bosforo, che ha diviso
dal XVIII sec. a oggi le potenze interessate al passaggio dal Mar Nero al Mar
Mediterraneo. La questione, che ha rappresentato uno dei maggiori punti di
attrito tra le potenze europee nel corso dell'Ottocento, ebbe inizio con il
progressivo declino dell'Impero ottomano (cui gli stretti furono sottomessi dal
XV sec.) e il conseguente rafforzarsi della Russia, che aspirava ad assicurarsi
uno sbocco al Mediterraneo. Il trattato russo-turco di Küciük Kainarge
del 1774 conferì il controllo degli stretti alla flotta russa, che
ottenne la libertà di navigazione per le proprie navi mercantili. Nel
1798 lo zar Paolo I si garantì il transito anche per le navi da guerra,
ma l'intervento inglese ristabilì nel 1809 il principio della chiusura
degli stretti a tutte le imbarcazioni militari. Con la Pace di Adrianopoli del
1829, la Turchia concesse la libertà di commercio e di navigazione nel
Mar Nero, aprendo Bosforo e Dardanelli sia alle navi mercantili russe sia a
quelle di tutti gli altri Paesi con cui era in rapporti amichevoli. Nell'Accordo
di Hünkar Iskelesi del 1833, la Russia si proclamò protettrice della
Turchia e prese a esercitare un'influenza predominante sul Governo ottomano,
tanto da indurlo a chiudere i Dardanelli a qualsiasi nave da guerra appartenente
a Stati in conflitto con la Russia. Le clausole previste facevano degli stretti
un avamposto russo, consentendo alla flotta dello zar di accedere liberamente al
Mediterraneo ed escludendo i nemici della Russia dal Mar Nero. Nel 1841 il
ministro degli Esteri inglese Palmerston affermava che la questione degli
stretti riguardava l'intera Europa e nel luglio 1841 le cinque maggiori potenze
europee, più la Turchia, firmarono la Prima Convenzione degli Stretti,
secondo cui, quando la Turchia era in pace, nessuna nave da guerra straniera
poteva transitare per il Bosforo e i Dardanelli. Con il Trattato di Parigi del
1856 venne proclamata la neutralizzazione del Mar Nero, la chiusura degli
stretti da parte turca alle navi da guerra straniere e il libero accesso ai
porti e alle acque del Mar Nero alla marina mercantile di ogni Nazione. Le
clausole del trattato del 1856 furono annullate da un nuovo accordo stipulato a
Londra nel 1871. Esso aboliva le disposizioni di neutralizzazione del Mar Nero,
lasciando alla Turchia la facoltà di aprire gli stretti alle navi da
guerra di potenze amiche. Nei decenni successivi la Russia, ostacolata
soprattutto dall'Inghilterra, cercò di migliorare a proprio favore la
legislazione che regolava gli scambi nella zona. Scoppiata la prima guerra
mondiale, la Turchia si schierò a fianco degli Imperi centrali e la
Russia ottenne, in base agli accordi del 1915, un ampio riconoscimento delle
proprie aspirazioni su Costantinopoli e sugli stretti. L'avvento del Bolscevismo
in Russia provocò un radicale mutamento della politica inglese riguardo
agli stretti. Il Trattato di Sèvres del 1920 sancì la libera
navigazione attraverso gli stretti a tutte le navi mercantili e militari, sia in
tempo di pace sia di guerra. Il trattato fu annullato dalla Convenzione di
Losanna del 1923. Essa sanciva il principio della libertà di accesso e di
navigazione al Mar Nero e la smilitarizzazione degli stretti, affidandone il
controllo a una commissione internazionale. Tali clausole ledevano gli interessi
della Turchia, che nel 1936 ottenne una revisione del trattato. La nuova
Convenzione di Montreux (1936), pur riaffermando la libertà degli
stretti, trasferì al Governo turco i poteri attribuiti alla commissione
internazionale, ridando progressivamente alla Turchia piena sovranità
sugli stretti. Il trattato di pace del 1946 stabilì la libertà di
navigazione nel Mar Nero.